
I mestieri che... non si vedono più
Un tempo s’incontravano questi lavoratori e lavoratrici ovunque per strada, oggi solo nei film d’epoca. Svolgevano mansioni spesso sottovalutate, ma talvolta indispensabili per la comunità.
Testo: Phuong Lam-Tran / Foto: Alamy
Lampionaio
Prima della comparsa dell’elettricità e delle lampadine, le strade pubbliche erano illuminate da lampioni, in genere a gas, che dovevano essere accesi e spenti manualmente. Chi si occupava di questa impresa era il lampionaio, un tipico mestiere dell’era vittoriana. Per non perdere tempo, ogni sera al calar del sole, diversi lampionai erano incaricati dell’accensione delle luci stradali e, al mattino presto, del loro spegnimento. Per questo motivo la loro presenza era socialmente utile, in quanto fungevano anche da veri e propri guardiani delle città. Oggi, questa professione si conserva soltanto in alcuni luoghi come eredità storica o attrazione turistica.

Magnano
Era un artigiano ambulante che si stabiliva col suo carretto temporaneamente nelle piazze dei vari paesi. Dopo aver preparato il suo “posto di lavoro”, il fuoco e gli strumenti del mestiere, effettuava un giro dell’abitato per annunciare la sua presenza: «L’è scià ul mangnàn!», picchiettando su un paiolo. Attendeva le massaie che gli portassero secchi, padelle e pentole da aggiustare e da stagnare. Già, perché un tempo si cercava di ridurre al minimo gli sprechi e ciò che era rotto o difettoso andava necessariamente riparato. Proprio per questo esistevano tante mani esperte capaci di donar nuova vita agli oggetti deteriorati, come il magnano o stagnino, l’arrotino, il ciabattino… Oggigiorno, anche col consumismo, l’artigianato rimane un patrimonio prezioso, seppur sempre più raro.

Lattaio
Fino agli anni ’80 circa, la colazione veniva bussando; l’abbiamo visto in tanti film, soprattutto quelli americani. Era il lattaio che trasportava col suo furgoncino e consegnava ogni mattina il latte fresco – direttamente dalla fattoria – di porta in porta. La sua attività era una componente sociale molto importante, visto che passava tutti i giorni dai suoi tantissimi clienti, poteva così anche notare se c’era qualcosa di “non usuale” e, nel caso, avvertire le autorità. Quando il frigorifero fu alla portata di tutti e l’industria produsse il latte a lunga conservazione, il caro lattaio andò in pensione.
Lavandaia
Quando ancora non esisteva la lavatrice, si ricorreva volentieri alle prestazioni della lavandaia: colei che lavava, stendeva e stirava i panni degli altri su commissione. Spesso lavorava al fiume – con qualsiasi tempo e temperatura – assieme ad altre lavandaie, chiacchierando e... pettegolando. Soprattutto le famiglie benestanti usufruivano del suo servizio. Ma era molto preziosa anche per le famiglie in cui la donna era ammalata e non poteva fare il bucato. Seppur fosse un lavoro duro e faticoso, a tante donne, specialmente vedove o senza una formazione, permise di sbarcare il lunario.

Scrivano
Lo scrivano esiste da tempi antichissimi. Nel periodo storico in cui l’analfabetismo era diffuso, lo scrivano leggeva e scriveva lettere e documenti per coloro che non ne erano in grado. Questo servizio era particolarmente prezioso per chi doveva comunicare con familiari lontani o affrontare questioni amministrative. Stazionava nelle strade con il suo banchetto e aspettava i clienti. A volte dava anche consulenze e consigli sulle procedure burocratiche o sentimentali. Con l’avvento dell’alfabetizzazione di massa sparì la necessità di tale servigio.

Lustrascarpe
Togliere fango e polvere, passare le pomate, spazzolare e lucidare scarpe era un mestiere comune e diffuso. Ebbe un boom nel dopoguerra, durante l’occupazione alleata, l’attività fioriva a tal punto da reclutare i sciuscià (dall’inglese shoeshine, lustrascarpe), che si annunciavano con tale grido. A capo dei giovanissimi sciuscià c’era il vero lustrascarpe, il più delle volte loro padre, che si posizionava sempre in un posto dove transitavano tante persone. In quegli anni, indossare scarpe pulite e lucidissime era sinonimo di ricchezza e prestigio; pure la gente comune voleva sfoggiarle. Poi si cominciò a pulirle da soli a casa e la figura del lustrino è andata perdendosi nel tempo. Oggi, l’arte di curare e tirare a lucido le calzature si è reinventata.

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